Vin santo toscano
Come si produce

Ristorante LA TORRETTA

Il vin Santo tra i vini passiti, è sicuramente quello più conosciuto, è un vino presente in molte regioni del nostro Paese. I mercanti veneziani lo importavano dalla Grecia, che produceva i vini dolci migliori. Chiaramente i costi erano elevati e quindi era un vino per i ricchi, pochi potevano permettersi questo lusso. Quindi cominciarono a comparire dei vini che copiavano lo stile di quelli greci, questi vini furono maggiormente richiesti quando l’occupazione ottomana della Grecia, impedì l’esportazione del vino. Solo alla fine dell’Ottocento la produzione di questi vini aumentò iniziando ad essere presente anche nei mercati più popolari.

Il Veneto fu uno dei primi centri di produzione del vin Santo, successivamente si diffuse in molte regioni tra cui la Toscana, diventando a tutti gli effetti un vino tipico di questa regione.

Il Vin Santo un nome ed un vino particolare


Riguardo al nome le ipotesi che tentano di individuare l’origine sono le più disparate da quella che spiega il termine con il suo utilizzo durante la messa, a quella che interpreta la radice semantica dal greco o dal latino, tutte difficili da provare. In Toscana il vin Santo si presenta in versione DOC in quattro modalità, Il Vin Santo di Carmignano, Il Vin Santo del Chianti, Il Vin Santo di Montepulciano e il Vin Santo del Chianti Classico. I vitigni di produzione del vin Santo toscano sono il Trebbiano toscano, la Malvasia bianca lunga che si abbinano alla perfezione. Per il Vin Santo di Montepulciano è previsto anche l’utilizzo del Grechetto Bianco.

Come si produce il vin Santo Toscano



La vendemmia si effettua come da tradizione, manualmente, scegliendo i grappoli migliori e più sani.
Quindi vengono portati nell’ appassitoio che è una stanza ben ventilata, sopra dei graticci di canne, oppure in cassette di plastica accatastate oppure sulla paglia, ma anche utilizzando dei grandi telai sui quali si appendono i grappoli, questo metodo richiede certamente più lavoro ma consente certamente una maggiore ventilazione, riducendo i rischi di insorgenza di muffe, migliorando chiaramente la qualità finale.

Dalla durata di questa operazione dipende il tipo di Vin Santo prodotto, all’aumentare del tempo l’acqua negli acini si riduce, aumentando la concentrazione di zucchero rendendo il vino più o meno dolce visto che solo in parte, si trasformerà in alcol. Alla fine della fase di appassimento (Dicembre-Marzo) si scelgono i grappoli sani che vengono diraspati e spremuti. La fermentazione avviene, di solito, nei caratelli di quercia europea, che dona al vino le caratteristiche organolettiche del Vin Santo. Di solito i caratelli non vengono completamente riempiti, la pratica consiglia di lasciare sempre un po' di vuoto. Un altro accorgimento importante è quello di non fare subire al vin santo molti sbalzi di temperatura.